Rifugio Portafranca e Cascata dell’Acqua Caduta da Monteacuto
Escursione da Monteacuto delle Alpi al Rifugio Portafranca, passando per la Cascata dell’Acqua Caduta e il Santuario della Madonna del Faggio. Un itinerario immerso nella natura dell’Appennino Tosco-Emiliano.
ATTENZIONE:
IL PRESENTE ARTICOLO, COME TUTTI I CONTENUTI DEL BLOG, SONO PURAMENTE FRUTTO DELL’ESPERIENZA PERSONALE E POTREBBERO ESSERE PRESENTI INFORMAZIONI INESATTE E/O NON AGGIORNATE
PERCORSO COMPLETO
VARIANTE BREVE
Clicca su “Maggiori informazioni” per più dati (profilo altimetrico compreso) e per scaricare la traccia.
La traccia è stata disegnata manualmente e potrebbe presentare imperfezioni e/o inesattezze.
MAPPA DI LOCALIZZAZIONE
SINTESI DESCRIZIONE:
L’escursione inizia a Monteacuto delle Alpi dove si segue il tracciato 109. La mulattiera scende rapidamente attraverso il bosco, fino a raggiungere il Mulino della Squaglia.
Si continua risalendo la valletta del Rio Baricello, parallelamente al corso del torrente, giungendo al Santuario della Madonna del Faggio, un edificio storico costruito nel 1722.
Si prosegue sul sentiero 109 tagliando il ripido pendio tra dorsali e avvallamenti con l’acqua del rio che scorre più in basso. Durante il cammino, si può deviare su traccia poco evidente per giungere a una piccola cascata nascosta. Tornando sul sentiero principale, si continua verso la Cascata dell’Acqua Caduta. Alta e scenografica, è raggiungibile con un’altra breve deviazione, stavolta su traccia ben visibile.
Il percorso riprende quindi verso Pian dello Stellaio, una radura a 1350 metri, da dove si segue il sentiero 101 che, oltrepassata la piana del Rombicciaio da cui parte la VARIANTE BREVE per il Rifugio Donna Morta, attraversa il versante settentrionale del Monte di Orsigna e del Poggio Merizzone.
Dopo aver aggirato alcune elevazioni presso la dorsale tra Emilia e Toscana, con alcuni punti affacciati sulla Valle dell’Orsigna, si raggiunge il Rifugio Portafranca.
Dal rifugio, si torna sui propri passi fino all’incrocio tra i sentieri 205 e 111 e con quest’ultimo, sempre attraversando il bosco, si scende al Passo del Lupo per poi continuare fino al Rifugio Donna Morta.
L’escursione termina con la discesa a Monteacuto, toccando antichi fabbricati ormai abbandonati e crollati.
DESCRIZIONE COMPLETA:
Lasciata l’auto nel piccolo parcheggio di Via Tegge, ripercorro la strada da cui sono arrivato fino a raggiungere il termine della strada principale (q. 900 m. circa), capolinea del trasporto pubblico.
Da qui, mi addentro tra le case del centro storico di Monteacuto delle Alpi, seguendo le indicazioni per la chiesa.
Poco dopo, mi immetto sul tracciato 109, che scende verso la Madonna del Faggio.
Perdo quota velocemente all’interno del bosco sulla bella mulattiera dal fondo, in buona parte, in sasso.
Taglio il ripido versante della montagna e arrivo presto al corso del Rio Baricello, nei pressi del Mulino della Squaglia (q. 725 m.).
Inizio ora la risalita della stretta valle, camminando parallelo al corso d’acqua.
Tra la folta vegetazione appare, oltre un ponte di pietra, il Santuario della Madonna del Faggio (q. 799 m., fontana). Costruito nel 1722 dagli abitanti di Castelluccio e Monteacuto, il santuario è stato ampliato più volte nel corso dei secoli.
Rimango sul sentiero 109 che sale sempre parallelo al Rio Baricello in direzione di Pian dello Stellaio non facendomi scoraggiare dai tempi indicati nel cartello segnaletico.
Traverso costantemente un pendio ripido seguendone il profilo in un sinuoso serpeggiare tra dorsali e avvallamenti. Talvolta, alcune passerelle in legno permettono un facile attraversamento di alcuni tratti disagevoli. Non manca qualche punto franato e molto fangoso oltre a qualche piccolo guado mentre, più in basso, scorrono veloci le acque del Rio.
E’ un ambiente dal grande fascino.
Pochi minuti dopo essere passato alla base di alcune alte rocce stratificate e superato un cambio di direzione del sentiero, compio una breve deviazione su di una labile traccia non segnalata. Il percorso, in parte su terreno libero ma non particolarmente difficile, mi porta a una piccola e piacevole cascata.
Tornato sul percorso contrassegnato in bianco-rosso, riprendo l’ascesa.
Uno squarcio tra le foglie mi permette di vedere, seppur a distanza, quella che sarà la mia prossima meta: la Cascata dell’Acqua Caduta.
La raggiungo utilizzando un’evidente traccia, anch’essa non segnalata, che si stacca sulla destra dell’itinerario principale.
La deviazione è breve e non presenta particolari difficoltà tecniche, anche se un tratto leggermente esposto richiede la giusta attenzione, in particolare con fondo viscido come oggi. Alla base della cascata, alta diverse decine di metri, mi trovo di fronte a uno spettacolo amplificato dalle recenti piogge.
Ritornato sul sentiero 109, torno a salire e una mezzoretta più tardi mi trovo a Pian dello Stellaio (q. 1350 m.), ampia radura e crocevia di sentieri.
Seguendo il tracciato 101 (Alta Via dei Parchi) verso Porta Franca, addentrandomi nuovamente nel bosco e, aggirando senza fatica l’elevazione de La Piantata, pervengo alla piana del Rombicciaio (q. 1395 m.) caratterizzata da un grosso faggio in cui è stata scavata una nicchia per collocarvici immagini sacre, una consuetudine che nel passato si riteneva servisse a proteggere i percorsi utilizzati per raggiungere i luoghi di lavoro.
Qui avrei una prima possibilità per accorciare il percorso andando direttamente al Passo e Rifugio della Donnamorta (VARIANTE BREVE utilizzando il sentiero 143).
Io proseguo verso il Rifugio Portafranca e, ancora con il sentiero 101, mi mantengo sul versante settentrionale del Monte di Orsigna prima e del Poggio Merizzone successivamente.
E’ questo un tratto piuttosto veloce e presto mi trovo a incrociare il percorso 205 (o 5 nella vecchia numerazione) che seguo sempre verso il Rifugio Portafranca.
Mi trovo, ora, sulla dorsale di confine fra Emilia e Toscana e sono diversi gli antichi cippi che lo testimoniano.
Al bivio con il sentiero 111 mi si presenta la seconda possibilità per tornare verso Monteacuto.
Tornerò qui fra un po’, prima voglio arrivare al Rifugio Portafranca. Questo che andrò ad affrontare sarà un tratto andata e ritorno quindi, tranquillamente evitabile.
Rimanendo nel versante toscano percorro in quota il sentiero 205. La vegetazione è parzialmente differente su questo lato e permette, in più punti, di affacciarsi sulla sottostante Valle dell’Orsigna seppur le nuvole abbiano ormai coperto tutte le porzioni più alte delle montagne.
Aggirando sempre sul versante pistoiese le rocciose elevazioni presenti, mi allontano e mi riavvicino al crinale e, in un punto, mi basta salire pochi metri per guardare anche il lato emiliano con il Monte Gennaio (conosciuto anche come Monte dell’Uccelliera) e il Corno alle Scale tra le nubi.
Oltrepassato il bivio con il sentiero 25, arrivo a quello con il 235 (o 35 nella vecchia numerazione).
Seguo quest’ultimo, abbandonando la cresta, scendendo al vicinissimo Rifugio Portafranca (q. 1580 m.).
Oggi questo punto d’appoggio è chiuso ma mi concedo una breve pausa sui tavoli posizionati all’esterno.
Riempio una borraccia nella fontana accanto poi riprendo il cammino percorrendo a ritroso il tratto fino al bivio tra i sentieri 111 e 205 dove imbocco il primo scendendo al Passo del Lupo (q. 1485 m.).
Sempre seguendo il segnavia 111, che non abbandonerò più fino al termine dell’escursione, percorro uno stradello forestale mentre uno squarcio tra le nubi mi offre la vista del Monte Gennaio.
Alcune centinaia di metri oltre Passo del Lupo, abbandono il comodo tracciato diretto al Rifugio Segavecchia per svoltare, in decisa salita, sul sentiero 111 per Monteacuto.
Guadagnata una trentina di metri di quota tra pini e faggi, giunto sulla dorsale nord del Monte Bubiale, compio la veloce discesa fino al Rifugio Donna Morta, posizionato a pochi passi dall’omonimo passo (q. 1358 m.) in cui, il 20 luglio del 1944, avvenne uno scontro fra tedeschi e partigiani.
Proseguo il mio tragitto verso Monteacuto.
Superato il bivio con il percorso 113A, mi fermo ad un punto panoramico vista Corno alle Scale e Monte La Nuda.
Continuando la discesa, mi imbatto in alcuni vecchi fabbricati ormai inglobati dalla vegetazione, testimoni silenziosi di un passato rurale.
Raggiunta la cresta in località La Caffa (q. 1149 m), affronto alcuni saliscendi con il bosco che, a tratti, si dirada.
Presto, però, mi ritrovo di nuovo immerso tra gli alberi. Vecchi edifici in sasso crollati e muri a secco ricoperti di muschio raccontano di una vita che non c’è più, mentre il bosco si è ripreso il suo spazio.
La lunga discesa termina tra le case di Monteacuto dove, brevemente, ritorno all’auto.
DATI ITINERARIO:
- Escursione effettuata nel Settembre 2024
- Durata*: 8h30′ (5h45′ la Variante breve)
- Tempi progressivi*: Monteacuto delle Alpi – Madonna del Faggio (45′) – Cascata dell’Acqua Caduta (2h15′) – Pian dello Stellaio (2h50′) – Rombicciaio (3h20′) – Bivio sentieri 111/205 (4h10′) – Rifugio Portafranca (4h50′) – Bivio sentieri 111/205 (5h30′) – Rifugio Donna Morta (6h45′) – Monteacuto delle Alpi (8h30′)
*I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco oppure, quando assente, a quanto da me impiegato. - Dislivello: +1050 m. / -1050 m. circa (+800 m. / -800 m. circa la Variante breve)
- Difficoltà: E (Escursionistica)
- Carta escursionistica: Selca 06 BO Parco Regionale del Corno alle Scale-Alta Valle del Reno 1:25000 oppure TrackGuru – 07 BO Corno alle Scale-Alto Appennino bolognese e pistoiese 1:25000
- Accesso: Da Bologna via autostrada o via Porretana raggiungere Sasso Marconi poi procedere in direzione Pistoia fino a Silla. Seguire per Lizzano in Belvedere dove, in corrispondenza di un tornante all’inizio del paese, si svolta verso Monteacuto fino a raggiungere il piccolo borgo posto al termine della strada.
Da Modena seguire per Vignola poi per Fanano. Un paio di km prima del paese svoltare in direzione Silla e superare Lizzano in Belvedere al termine del quale svoltare per Monteacuto.
Da Pistoia raggiungere Porretta Terme poi Lizzano in Belvedere da cui si procede come descritto da Bologna. - Trasporto pubblico: Autobus fino a Lizzano in Belvedere via Porretta Terme o Silla (Linea 776) e, da verificare orari, linea 775 per Monteacuto (https://www.tper.it/)
COMMENTI E NOTE:
- Percorso che si sviluppa per la quasi totalità in un bel bosco e, seppur poco panoramico, si rivela interessante con elementi di spicco tra cui il Santuario della Madonna del Faggio e la Cascata dell’Acqua Caduta.
- La lunghezza dell’itinerario e l’elevato dislivello richiedono allenamento adeguato.
La tipologia di percorso non vede particolari difficoltà tecniche per l’escursionista abituato ai percorsi di montagna, compreso l’attraversamento di pendii ripidi ma potrebbe non essere indicato alle persone particolarmente sofferenti di vertigini/paura del vuoto. Attenzione in un breve tratto lungo la deviazione per la Cascata dell’Acqua Caduta, in particolare con fondo bagnato. - E’ possibile compiere un anello più breve riducendo anche il dislivello deviando, una volta raggiunto il Rombicciaio, direttamente per il Rifugio Donna Morta (5h45′ di durata sempre secondo la segnaletica posta in loco) così come si può evitare l’appendice tra il bivio fra i sentieri 111 e 205 e il Rifugio Portafranca risparmiando circa 1h20′ (sempre da segnaletica).
- Seppur l’escursione sia effettuabile in entrambi i sensi, la ritengo nettamente più interessante nel senso descritto.
Altre escursioni pubblicate in zona:
- Corno alle Scale: dai Balzi al Lago Scaffaiolo
- Cascate del Dardagna, Lago Pratignano e Linea Gotica da Farnè
- Fra le Cascate del Dardagna e il Monte Nuda
Hai mai effettuato questo percorso?
Vuoi qualche informazione in più oppure vuoi segnalare, aggiungere o correggere qualcosa?
Ti invito a commentare o a contattarmi!