Pizzo d’Uccello e Monte Grondilice
Ascesa a due cime delle Alpi Apuane in un impegnativo anello.
Il Pizzo d’Uccello e il Monte Grondilice per le relative vie normali collegate in un unico percorso che partendo dal Rifugio Donegani passa anche dal Rifugio Orto di Donna.
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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE
DESCRIZIONE:
Lasciata l’auto presso il Rifugio Donegani (q. 1121 m.), imbocchiamo il sentiero 37 che inizia proprio di fronte al fabbricato.
Non è certo una partenza soft visto che il sentierino si inerpica fino a raggiungere presto la strada marmifera delle cave di Orto di Donna che seguiamo in salita per alcune centinaia di metri.
Poco dopo il termine dell’asfalto, giunti presso l’ingresso di una cava, svoltiamo a destra sul tracciato CAI che sale ripido fra sfasciumi al fianco del buco della cava.
In alto si vede la parte superiore del Pizzo d’Uccello con a destra la sagoma più giallastra della Torre del Diavolo mentre alle nostre spalle la Val Serenaia e le sagome dei monti Pisanino, Cavallo, Contrario e Grondilice.
La giornata per ora è splendida e ci godiamo questo panorama.
Siamo in una delle zone più piovose d’Italia.
Alternando tratti in campo aperto ad altri nella faggeta arriviamo al bivio con il sentiero 191.
Lo seguiamo procedendo inizialmente fra erba e rocce poi nel bosco fino alla Foce del Giovetto (q. 1507 m.), sella fra Val Serenaia e la Valle di Vinca sovrastata dal versante sud del Pizzo d’Uccello e con bella vista sul Monte Sagro.
Iniziamo la risalita lungo la Via Normale del Pizzo d’Uccello sempre ben segnalata.
Dopo un primo tratto facile l’ambiente si fa roccioso.
La parete calcarea ci sovrasta avvolta da un bellissimo cielo azzurro.
Iniziamo i tratti di arrampicata con difficoltà variabile.
Fatichiamo lungo passaggi di I e II grado salendo fra canalini e paretine. Appoggi e appigli sono sempre abbondanti e non creano difficoltà a chi è abituato ad arrampicare.
Il percorso richiede comunque attenzione ed alcuni tratti sono un po’ esposti. E’ inoltre necessario evitare di smuovere pietre per non farle cadere su chi ci segue.
Raggiunta l’anticima segue un tratto su cresta con breve disarrampicata eventualmente aggirabile.
Eccoci sulla vetta (q. 1783 m.).
Le nuvole dal mare si stanno avvicinando ma abbiamo il tempo di gustarci il panorama a 360° che si ha da questa posizione.
La cima del Monte Pisanino (q. 1947 m.), massima elevazione apuana, dista poco più di 2 km in linea d’aria. Alla sua sinistra si nota il lago di Gramolazzo. Verso nord, sotto di noi, si apre un baratro di 700 m. di altezza impossibile però da vedere senza sporgersi mentre molto più lontano si stagliano le cime dello spartiacque appenninico ma non solo visto che si notano bene anche i già reggiani Monte Cusna e Alpe di Succiso. A sud, oltre la Cresta di Garnerone, la nostra prossima meta, il Monte Grondilice.
Ripercorriamo la via di andata fino alla Foce del Giovetto in poco meno tempo di quanto impiegato per la salita visto che in discesa le difficoltà risultano superiori.
Intanto le nuvole hanno raggiunto noi e la cima del Pizzo.
Seguiamo in direzione sud lo sconnesso sentiero 181 che rimane poco sotto la cresta sul versante della Val Serenaia entrando e uscendo dalla faggeta.
Un traverso su roccia è evitabile rimanendo appena più in basso.
Con passo molto veloce raggiungiamo l’ampia ed erbosa Foce di Giovo (q. 1500 m.), punto d’incrocio di numerosi sentieri.
Rimanendo sul versante orientale della montagna, imbocchiamo il sentiero 179 che, dopo un iniziale tratto erboso, entra nel bosco.
Il percorso procede lungo il ripido pendio per leggeri saliscendi rimanendo più o meno alla medesima quota.
Saltuariamente camminiamo sui detriti che scendono dalla sovrastante Cresta Garnerone. Sono tratti aperti che offrono begli scorci panoramici sulla cresta stessa e sul versante occidentale del Monte Pisanino. Anche i monti Contrario e Cavallo continuano a far bella mostra di sé.
Un paio di traversi su rocce potrebbero essere insidiosi in caso di fondo bagnato ma oggi continuiamo a godere di un buon clima, seppure le nuvole siano aumentate.
Sopra di noi emerge anche la sagoma del Monte Grondilice la cui vetta è posta circa 300 metri più in alto.
Arriviamo all’incrocio con il sentiero 186.
Il Rifugio Orto di Donna si trova poche decine di metri più in basso ma decidiamo di allungare ulteriormente il percorso preferendo salire subito a destra verso il Grondilice.
La salita è abbastanza ripida ma continuiamo a procedere con passo veloce.
Intanto le nubi hanno abbandonato il Pizzo d’Uccello e parte delle cime circostanti.
Usciti dal bosco il pendio si fa più roccioso e con un ultimo sforzo siamo sulla Finestra del Grondilice (q. 1743 m.), stretto intaglio fra l’omonimo monte e La Forbice.
Iniziamo ora l’ascesa al Monte Grondilice marcata con 4 bollini rossi.
Ad un primo traverso seguono altri tratti di arrampicata piuttosto semplice fra sfasciumi e roccette con alcuni passaggi di I grado.
Dopo poco più di 15’ dalla Finestra siamo sulla seconda vetta (q. 1808 m.) di giornata dove ci concediamo un’altra meritata pausa dopo quella sul Pizzo.
Ancora una volta la visuale è magnifica. Le nubi che salgono dal versante sud del Cavallo e del Contrario creano affascinanti contrasti.
Verso nord i torrioni della Cresta Garnerone e il Pizzo d’Uccello mostrano l’asprezza del territorio e un bel gruppo di capre apuane rimane tranquillo a riposare.
Ritorniamo sui nostri passi prima alla Finestra del Grondilice e poi giù fino al Rifugio Orto di Donna (q. 1493 m.).
Il giro è lungo, il caldo si fa sentire. E’ immancabile la sosta al rifugio chiacchierando con il personale e altri escursionisti.
Ormai si è fatto tardi e le gambe sono stanche quindi optiamo per tornare alla macchina per la soluzione più semplice e veloce: la strada marmifera.
L’alternativo sentiero 180 richiederebbe ancora una certa dose di energie e concentrazione oltre a tempi più lunghi. Sarà per un’altra volta. Camminiamo di buon passo lungo la discesa fra le cave di Orto di Donna con il Pisanino sempre al nostro fianco.
Terminata l’ultima cava, in corrispondenza dell’incrocio con il sentiero 37, riprendiamo il tracciato percorso all’andata e per asfalto poi per ripido sentierino torniamo al parcheggio del Rifugio Donegani.
DATI ITINERARIO:
- Escursione effettuata nel Giugno 2020
- Durata*: 6h15′ (escluso pause principali)
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Tempi progressivi*: Rifugio Donegani – Foce del Giovetto (50′) – Pizzo d’Uccello (2h00′) – Foce del Giovetto (3h00′) – Bivio sentieri 179/186 (4h05′) – Finestra del Grondilice (4h40′) – Monte Grondilice (5h00′) – Finestra del Grondilice (5h20′) – Rifugio Orto di Donna (5h45′) – Rifugio Donegani (6h15′)
*I tempi inseriti corrispondono a quanto da me impiegato e sono puramente indicativi. - Dislivello: +1000 m./ -1000 m.
- Difficoltà: EE (con tratti di arrampicata di I e II grado)
- Carta escursionistica: 4Land n. 200 – Alpi Apuane 1:25000
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Accesso: Da Lucca procedere in direzione Castelnuovo in Garfagnana poi Piazza al Serchio superata la quale svoltare a sinistra per Minucciano. Superato Gramolazzo, appena prima di una galleria, svoltare seguendo le indicazioni per Val Serenaia/Orto di Donna. Parcheggiare presso il Rifugio Donegani, 150 m. prima del divieto di transito.
Da Parma o La Spezia uscire dall’autostrada ad Aulla e procedere in direzione Fivizzano. Superata Rometta svoltare a destra per Casola in Lunigiana raggiunta la quale proseguire per Minucciano e oltrepassarlo in direzione Gramolazzo. Superata la galleria svoltare a destra e procedere come sopra indicato. - Trasporti pubblici: Bus Autolinee Toscane – Extraurbani Lucca fino alla galleria presso Minucciano via Castelnuovo Garfagnana-Piazza al Serchio (linea E64) (https://www.at-bus.it/it/orari.html#modTimetables_collapseExtraUrbanLine) in parte anche utilizzando la ferrovia Aulla-Lucca (https://www.trenitalia.com/)
COMMENTI E NOTE:
- Impegnativo itinerario riservato esclusivamente ad escursionisti esperti con tratti di arrampicata (I e II grado).
Meravigliose le vedute che si possono avere da entrambe le vette. - La salita al Pizzo d’Uccello e, seppur in forma minore, l’ascesa finale al Monte Grondilice richiedono passo sicuro e assenza di vertigini seppure l’esposizione sia abbastanza limitata.
- E’ possibile partire con più tranquillità evitando il ripido sentiero iniziale percorrendo la strada marmifera allungando il percorso di diverse centinaia di metri.
Ovviamente lo si può anche ridurre eliminando l’ascesa ad una delle due cime (o a nessuna delle due compiendo il solo anello) così come è possibile allungarlo scendendo dalla Foce di Giovo sul versante di Vinca e, con i sentieri 37 e 186 passando dalla Capanna Garnerone e dalla Foce di Rasori, salire alla Finestra del Grondilice. - Nel caso si abbiano ancora tempo ed energie, la discesa dal Rifugio Orto di Donna può essere effettuata tramite il sentiero 180 la cui ripida prima parte può risultare piuttosto scivolosa in caso di fondo bagnato.
Il fondo bagnato può comunque creare problemi durante gran parte del percorso.
Altre escursioni pubblicate in zona:
- Monte Tambura dalla Val Serenaia
- Monte Tambura da Campocatino
- Giro del Sagro da Vinca (Anello delle 7 foci)
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