Pania della Croce da Pruno
Impegnativa escursione ad anello che dal paese di Pruno raggiunge la panoramica cima della Pania della Croce lungo i sentieri che passano dalla Foce di Valli e dalla Foce di Mosceta.
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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE
SINTESI DESCRIZIONE:
Da Pruno, caratteristico borgo medievale ai piedi del Monte Forato, si percorre un’antica mulattiera superando uno storico ponte a schiena d’asino.
Raggiunto il tracciato 7 che sale da Orzale, lo si segue immersi fra la vegetazione.
Dopo un tratto senza grosse pendenze, il sentiero si impenna raggiungendo prima gli edifici di Collemezzana poi, usciti dalla faggeta, la Foce di Valli.
Si risale l’erboso versante sud-orientale della Pania della Croce fino al Passo degli Uomini della Neve dopo il quale si entra in un ambiente decisamente roccioso e scosceso.
Con l’ausilio di alcune catene si scende al bivio con il sentiero 126 con cui si risale il Vallone dell’Inferno fino al Colle della Pania. Da qui un breve deviazione porta sulla vetta della Pania della Croce da cui si ha una delle visuali più estese di tutto il gruppo montuoso: Versilia e la zona di Portovenere, Garfagnana, Appennino tosco-emiliano e, nelle giornate più limpide, la vista raggiunge l’arcipelago toscano, la Corsica, le Alpi italo-francesi, il monte Amiata e Firenze.
Si ritorna al Colle poi si discende il versante occidentale della Pania.
Alla Foce di Mosceta si imbocca il panoramico sentiero 9 e, toccando diverse postazioni della Linea Gotica, si perviene al Passo dell’Alpino.
Si segue ora il tracciato 122 con cui si ritorna a Pruno.
DESCRIZIONE COMPLETA:
Pruno (q. 468 m.), caratteristico borgo medievale posto ai piedi del Monte Forato.
Partenza dall’area di parcheggio che si incontra all’inizio del paese, e terminal della linea bus pubblica, dove imbocco una stradina con divieto di accesso che sale al centro del borgo.
Continuo a salire fra le case in direzione della Cascata dell’Acquapendente lungo un bel percorso lastricato con vista sui monti Forato, con il caratteristico buco di 32 metri di larghezza, Nona e Procinto.
Oltrepassato l’ultimo fabbricato del paese il percorso inizia decisamente a scendere.
Mantenendomi sulla mulattiera principale, supero l’antica Cava Frascinaia e alcuni edifici pervenendo allo storico ponte a schiena d’asino, punto più basso del percorso a circa 400 metri di quota.
Percorro il ponte e seguo il sentiero, privo di particolari indicazioni, dedicato al “Nonno della Pania” Angiolo Bertolucci. Nato e vissuto a Collemezzana, dove è presente una targa, era uno degli “uomini della neve”, persone che, prima della diffusione dei refrigeratori industriali, rifornivano di ghiaccio i villeggianti versiliesi e, a volte, gli ospedali della zona. Il ghiaccio veniva recuperato dalle “neviere” allestite nelle spaccature fra le rocce che si trovano sul lato nord delle Panie poi trasportato in spalla a domicilio.
Oltrepasso la Casa del Mugnaio e, al successivo bivio, lascio a sinistra il sentiero per la Cascata dell’Acquapendente per procedere diritto lungo la mulattiera principale.
Guadagno quota lungo storico tracciato, in alcuni tratti malmesso e un poco esposto, passando a fianco di alcuni ruderi.
Superata una cappelletta (nella zona detta “marginetta”, luogo di preghiera e di riparo dei viandanti), mi innesto nel percorso CAI n. 7 (segnavia bianco-rossi) che collega Orzale alla Foce di Valli. Lo seguo in direzione di quest’ultima (sinistra) incontrando subito una fontana.
Il sentiero procede piuttosto in quota tra la folta vegetazione con rari punti panoramici.
Sempre mantenendomi lungo il sentiero 7, oltrepasso il bivio con il tracciato 7A, un’altra fontana e alcuni piccoli ponticelli dall’aspetto un po’ precario dopo l’ultimo dei quali il percorso si impenna.
Faticosamente risalgo il pendio per lo più avvolto dai boschi.
Presso gli edifici di Collemezzana (q. 765 m. circa) incrocio il sentiero 124 diretto alla Foce di Petrosciana.
Qui un paio di targhe ricordano il “Nonno della Pania” e suo nipote. Angiolo fu anche una delle prime guide delle Panie e usava avvertire dell’arrivo del maltempo suonando una conchiglia. Fu ucciso dai tedeschi il 10 Aprile del 1945 mentre stava facendo da guida a una pattuglia di americani.
Riempio le borracce all’ennesima fonte e riprendo a inerpicarmi lungo il sentiero 7.
E’ un’ascesa senza respiro.
Quando i faggi iniziano a diradarsi, il percorso inizia a farsi più roccioso e, in più punti, decisamente erto. Risalendo le pendici meridionali della Pania della Croce, capita che sia utile appoggiare le mani.
Intanto il panorama si fa sempre più esteso. Monte Forato, Monte Nona e Matanna sfilano davanti allo sguardo.
Tagliando il ripido versante, un ultimo traverso ormai fuori dalla vegetazione mi conduce alla Foce di Valli (q. 1257 m.) valico fra la Pania della Croce e la Costa Pulita dove un faggio emerge solitario.
Un attimo di respiro e riprendo l’ascesa. Stavolta procedo in direzione nord (segnavia 7) attraverso l’erbosa Costa della Pania.
Man mano che guadagno quota aumenta la presenza di pietre lungo il percorso.
In corrispondenza del Passo degli Uomini della Neve (q. 1660 m.), l’ambiente cambia drasticamente. Uno stretto passaggio mi porta in una zona rocciosa e scoscesa.
Accompagnato dalla vista dell’Omo Morto e della Pania Secca supero diversi tratti esposti in cui sono state posizionate delle catene per facilitarne la percorrenza.
Raggiunto il bivio con il sentiero 126, lo seguo risalendo il detritico Vallone dell’Inferno che scende dal Colle (o Callare) della Pania. E’ qui che si incontrano alcuni degli anfratti in cui gli “uomini della neve” avevano allestito le “neviere”. Il più noto di essi è la “Buca della Neve” dove si può incontrare neve fino ad estate decisamente avanzata.
La salita continua faticosa. La sella è ben visibile lassù. Quando la raggiungo si apre una vista spettacolare.
Con una piccola deviazione percorro la cresta verso sud e salgo sulla cima della Pania della Croce (q. 1858 m.). Qui un’insegnante sta illustrando ai suoi vecchi alunni le cime delle Apuane visibili, cioè quasi tutte! E anche io ho il piacere e la fortuna di ascoltare alcuni dei suoi storici racconti.
La posizione isolata della “Regina delle Apuane” ne fa uno dei punti più panoramici di tutto il gruppo montuoso. Versilia e la zona di Portovenere, Garfagnana, Appennino tosco-emiliano e, nelle giornate più limpide, la vista raggiunge l’arcipelago toscano, la Corsica, le Alpi italo-francesi, il monte Amiata e Firenze.
Ancora si nota la base della prima croce metallica, posizionata il 19 agosto del 1900 e distrutta da un fulmine. Dopo decenni, nel 1956 e sempre il 19 agosto, gli abitanti di Pruno e Volegno realizzarono quella attuale.
Ritornato al Colle, inizio la discesa (segnavia 126) percorrendo per alcune decine di metri il crinale che conduce al Pizzo delle Saette.
In corrispondenza di una selletta piego lungo il versante occidentale della Pania.
Perdo centinaia di metri di quota fra tornanti e lunghi traversi. Il pendio è prevalentemente erboso ma non mancano i tratti rocciosi in cui si sfiora qualche balzo.
Con il versante est del Corchia davanti, supero il bivio con il sentiero 125 e pervengo alla Foce di Mosceta (q. 1170 m.) posizionata a una decina di minuti dal Rifugio Del Freo.
Imbocco ora il sentiero 9 in direzione del Passo dell’Alpino.
Un tratto piuttosto pianeggiante all’interno di un bosco poi riprendo a scendere su terreno più aperto e panoramico passando a fianco di una marginetta. Numerose postazioni della “Linea Gotica” ristrutturate sono visibili con piccole deviazioni. Pannelli illustrativi descrivono storia e geologia dell’area.
Al Passo dell’Alpino (q. 1080 m.) abbandono il sentiero 9 per seguire il 122 che non abbandonerò più fino al termine dell’escursione.
Continuo un poco sulla cresta affacciata sulla Valle di Cansoli e sulle cave di marmo poste alle pendici del Corchia poi mi inoltro maggiormente fra la vegetazione.
Oltrepasso un’altra marginetta presso l’antico alpeggio di Monte della Tana e il bivio per il Rifugio La Fania poi è il turno de Le Caselle, doppio alpeggio (di Pruno e di Volegno) separato da un fosso.
Procedo lungo la mulattiera incontrando ancora alcune marginette.
Il bosco la fa da padrone ma non mancano interessanti scorci panoramici.
Sempre seguendo i segnavia bianco-rossi del tracciato 122 sfioro alcuni edifici e tocco una strada a fondo naturale.
Ancora con la mulattiera lastricata arrivo sul limitare del territorio urbanizzato di Pruno e al punto di partenza.
DATI ITINERARIO:
- Escursione effettuata nel Giugno 2022
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Durata*: 8h10′
NOTA: 7h00′ il tempo da me impiegato procedendo di buon passo, pause escluse -
Tempi progressivi*: Pruno – Bivio sentiero 7 (30′) – Collemezzana (1h35′) – Foce di Valli (2h45′) – Bivio sentieri 7/126 (4h00′) – Colle della Pania (4h40′) – Pania della Croce (4h50′) – Colle della Pania (5h00′) – Foce di Mosceta (5h50′) – Passo dell’Alpino (6h40′) – Pruno (8h10′)
*I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco oppure, quando assente, a quanto da me impiegato. - Dislivello: +1500 m./ -1500 m.
- Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
- Carta escursionistica: 4Land n. 200 – Alpi Apuane 1:25000
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Accesso: Da Lucca, Pisa o Massa raggiungere Seravezza dove si procede per Stazzema. A Pontestazzemese si devia per Pruno che si raggiunge dopo aver superato Cardoso e Volegno. Si parcheggia nel grande piazzale all’inizio del paese.
Da Castelnuovo Garfagnana procedere in direzione di Forte dei Marmi. Oltrepassati i bivi per Retignano, in corrispondenza di un tornante deviare per Pruno che si raggiunge dopo aver superato Pontestazzemese, Cardoso e Volegno. Si parcheggia nel grande piazzale all’inizio del paese. - Trasporti pubblici: Autobus Autolinee Toscane – Extraurbano Lucca – Linea E36 Stazzema-Pruno-Cardoso-Seravezza (https://www.at-bus.it/it/orari.html#modTimetables_collapseExtraUrbanLine)
COMMENTI E NOTE:
- La notevole fatica viene ripagata da un percorso molto vario, dai panorami splendidi e dalle peculiarità storiche.
Le porzioni inferiori risultano prevalentemente nel bosco - Praticamente tutta la salita viene superata all’andata. E’ necessario possedere un grado di allenamento adeguato a superare 1500 metri di dislivello.
- Percorso riservato a persone dal passo sicuro e senza problemi di vertigini, in particolare il tratto fra il Passo degli Uomini della Neve e il bivio fra i sentieri 7 e 126 è riservato agli escursionisti esperti.
- Volendo ridurre la difficoltà ad E-Escursionistica ed eliminare i tratti esposti, è necessario salire e scendere passando dal Passo dell’Alpino e dalla Foce di Mosceta percorrendo anche all’andata quanto descritto per il ritorno.
- L’itinerario può essere eseguito in entrambi i sensi. In quello descritto si percorrono in salita i tratti più ripidi e rocciosi seppure vengano effettuati in discesa i passaggi attrezzati nei pressi del Passo degli Uomini della Neve.
Altre escursioni pubblicate in zona:
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