Monte Cusna da Monteorsaro

Monte Cusna da Monteorsaro

Escursione ad anello nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, con salita al Monte Cusna da Monteorsaro sfruttando le dorsali nord e nord-est della montagna simbolo dell’Appennino reggiano.

Monte Cusna sentieri
La cima del Monte Cusna vista da nord-est

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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE


SINTESI DESCRIZIONE:

Dal Rifugio Monte Orsaro (è possibile lasciare l’auto sullo stradello a monte dell’edificio), si segue il tracciato 623A poi il 623 portandosi oltre il limitare del bosco con vista sul Monte Cusna.
Continuando a guadagnare quota ci si affaccia sulla Valle dell’Ozola poi si percorre la panoramica cresta nord (segnavia 625) della montagna con tratti piuttosto erti.
Puntando la vetta la si raggiunge attraverso un pendio più esteso.
Dalla cima, in cui si trovano una croce metallica alta alcuni metri e una statuetta della Madonna, la vista è notevole su di una bella fetta di Appennino settentrionale e verso la catena delle Alpi Apuane a fianco della quale si potrebbe scorgere una punta di Liguria. In giornate limpide la visuale arriva alle Alpi.

Per il ritorno si segue la dorsale nord-est (segnavia 619), molto più ampia di quella percorsa all’andata.
Appena rientrati nella faggeta, si supera il bivacco Rio Grande e una zona con alcune radure.
Mantenendo la direzione Monteorsaro, si perde quota su percorso anche sconnesso.
Raggiunte le prime case di Monteorsaro si affronta l’ultima rampa per ritornare sopra all’omonimo rifugio.

Monte Cusna cresta sud-est
La cresta sud-est del Monte Cusna vista dalla vetta

DESCRIZIONE COMPLETA:

Parcheggiamo appena a monte del Rifugio Monte Orsaro e dell’omonima borgata, lungo lo stradello (q. 1300 m.) che sale verso il Passo della Cisa e, a piedi, iniziamo a risalirlo comodamente (segnavia 623A).

Oltrepassiamo la deviazione con il percorso 621 che sale al Passo della Croce e, in corrispondenza del primo tornante, abbandoniamo lo stradello per seguire il sentiero con cui guadagniamo quota più rapidamente.

Incrociato il tracciato 609, continuiamo a salire su fondo argilloso verso il Monte Cusna (segnavia 623A) attraversando un paio di volte la piccola strada a fondo naturale proveniente dal Passo della Cisa (segnavia 623).

Monte Cusna sentiero 623A
Salendo lungo il sentiero 623A

La terza volta che incontriamo la stradina, la seguiamo.
Siamo, ormai, entrati nel territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Superiamo il bivio con il sentiero 619A e, non molto più tardi, usciamo dalla faggeta.
Mantenendo sempre la direzione Monte Cusna, lasciamo a destra il sentiero 625A che conduce ai Prati di Sara e alle Cascate del Lavacchiello.
E’ ora visibile tutta la porzione superiore del nostro percorso. Alle nostre spalle il Monte Cisa e il Monte Prampa. Più lontana l’inconfondibile sagoma della Pietra di Bismantova.

Monte Cusna Le Prese
In salita verso Le Prese

In corrispondenza dell’incrocio con il sentiero 625, in località Le Prese (q. 1771 m.), la visuale si apre anche sulla Val d’Ozola.
Iniziamo la risalita della panoramica cresta nord del Monte Cusna (segnavia 625) le cui pendici sono ricche di argille variopinte.
Alcuni tratti sono piuttosto ripidi.
Man mano che guadagniamo quota la visuale si allarga con le Alpi Apuane che compaiono dietro il crinale principale dell’Appennino.

Monte Cusna cresta nord
Risalendo la cresta nord del Monte Cusna

Poi la dorsale si allarga e ci dirigiamo a nord-ovest della cima fino al punto di incrocio con il sentiero 627 che scende alla Costa delle Veline, punto panoramico sull’alta Val d’Ozola, sul Monte Prado e verso l’intera catena apuana.

Monte Cusna Alpi Apuane
Vista verso le Alpi Apuane

In pochi minuti saliamo sulla vetta della più elevata cima dell’Appennino reggiano (q. 2120 m.) in cui è posta una croce metallica e una statuetta della Madonna. La vista è notevole su una bella fetta di Appennino settentrionale, oltre alle già citate Apuane a fianco delle quali si potrebbe scorgere una punta di Liguria. In giornate limpide la visuale arriva alle Alpi.

Monte Cusna vetta
Sulla vetta del Monte Cusna con il Monte Prado sullo sfondo

Per la discesa, torniamo un poco sui nostri passi e, al vicino bivio con il sentiero 617-619, lo seguiamo iniziando a percorrere l’ampia dorsale nord-est.

Nel punto in cui si dividono i tracciati 617 e 619, procediamo su quest’ultimo in direzione del Rifugio Monteorsaro.
Perdiamo quota piuttosto velocemente. Dietro di noi è molto bella l’immagine del Monte Cusna con la lunga dorsale sud-est.

Man mano che scendiamo, si avvicinano le sagome dei monti Cisa e Prampa con estesa vista sul medio Appennino.

Monte Cisa e Prampa
I monti Cisa e Prampa

Raggiunta quasi quota 1600 metri, lasciamo la dorsale e, terminando questa lunga fase di discesa, attraversiamo il Rio Grande ed entriamo nel bosco arrivando così all’omonimo Bivacco (q. 1588 m.), piccola costruzione in sasso utilizzabile nelle emergenze.

Bivacco Rio Grande Cusna
Bivacco Rio Grande

Superiamo il bivio con il sentiero 619A e alcune piacevoli radure per poi tornare nel bosco riprendendo a scendere.

Ad un doppio bivio manteniamo la direzione Monteorsaro (segnavia 609) dopo i quali ci aspetta una sconnessa sassosa discesa.
Guadato il Rio Candia la pendenza cambia completamente e il percorso presenta molti tratti fuori dalla vegetazione. In alcuni punti la vecchia mulattiera, affiancata da muri a secco, non è sempre in buono stato.

sentiero 609 monteorsaro
Lungo il sentiero 609

Un’ultima sezione prativa alle pendici del Monte Cisa ci concede, ancora una volta, un bello sguardo sul versante settentrionale del Monte Cusna ormai lontano. Molto più distante emerge anche la conica sagoma del Monte Cimone, massima elevazione dell’Appennino settentrionale.

Raggiunte le prime case di Monteorsaro (q. 1250 m. circa), tenendo la sinistra, affrontiamo lo strappo finale che ci riporta all’auto.

Monte Cusna Rifugio Monteorsaro
Monte Cusna dalla terrazza del Rifugio Monte Orsaro

DATI ITINERARIO:

  • Escursione effettuata nel Maggio 2022
  • Durata*: 5h25′
    NOTA: 3h50′ (escluso soste) il tempo da noi impiegato con salita veloce
  • Tempi progressivi*: Rifugio Monteorsaro – Le Prese (1h40′) – Monte Cusna (3h00′) – Bivacco Rio Grande (4h25′) – Monteorsaro (5h25′)
    *I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco integrata, quando assente, da quanto da me impiegato.
  • Dislivello: +900 m./ -900 m.
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Carta escursionistica: Alto Appennino Reggiano – n. 3 – 1:25000
  • Accesso: Da Reggio Emilia seguire per Castelnovo ne’ Monti e appena superata Felina deviare a destra verso Sassuolo e dopo Gatta svoltare a destra per Villa Minozzo dove si devia per Monteorsaro. Appena prima del piccolo borgo, una stradina a destra sale al Rifugio Monte Orsaro .
    Da Modena passare da Sassuolo poi seguire per il Passo delle Radici fino a Ponte Secchia dove si devia verso Castelnovo ne’ Monti e, superata la zona industriale di Fora di Cavola, si devia a sinistra per Villa Minozzo da cui si procede come appena descritto.
  • Trasporti pubblici: Da Reggio Emilia Autobus SETA fino a Monteorsaro (o Roncopianigi allungando un poco il percorso a piedi) via Castelnovo ne’ Monti (Linea 44) e Villa Minozzo (Linea 54 poi Linea 39) (https://www.setaweb.it/re/linee#re2).

COMMENTI E NOTE:

  • Una delle ascesa classiche per raggiungere la vetta del Monte Cusna, la più elevata del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Praticamente tutta in salita l’andata e in discesa il ritorno con ampi panorami in tutti i tratti fuori dal bosco.
  • Si sfruttano due differenti dorsali. In questo modo, tale percorso risulta una delle alternative che rimane più libera dalla neve e, nella stagione invernale, meno a rischio valanghe.
  • Il percorso non presenta difficoltà particolari ma è necessario un buon grado di allenamento e capacità a muoversi su sentieri montani anche ripidi.
  • Il senso di percorrenza è indifferente anche se, a parer mio, meglio nel senso descritto in quanto la cresta nord è un poco più difficoltosa, soprattutto in caso di fondo bagnato.
  • In caso di neve e ghiaccio, se non in possesso delle necessarie capacità, è opportuno seguire andata e ritorno la dorsale nord-est sempre utilizzando la necessaria attrezzatura invernale.

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