Il Monte Ventasso dal Rifugio Pratizzano
Bella escursione per sentieri attraverso faggete e praterie dal Rifugio Pratizzano con traversata completa del Monte Ventasso e passaggio dal Lago Calamone.
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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE
DESCRIZIONE:
Dal Rifugio Pratizzano (q. 1200 m.) imbocco verso sud il sentiero 677-679 attraverso un’antica torbiera oggi trasformata in una bella prateria fiorita parzialmente acquitrinosa.
Un capriolo attraversa poco lontano da me con l’Alpe di Succiso che fa da sfondo.
Devio quasi subito lungo il tracciato 679 che in salita raggiunge presto la strada asfaltata.
Scollino al Passo Pratizzano per poi seguire a sinistra un sentiero (segnavia 667-679) in discesa in direzione di Vallisnera. Di fronte, lontana, la punta del Monte Cusna.
Raggiunta una mulattiera i tracciati si separano.
Seguo il 667 in direzione di Lago Calamone e Monte Ventasso.
Procedo lungo l’ampio tracciato con numerosi saliscendi e belle vedute in direzione della valle del Secchia mentre la sommità del Monte Casarola e dell’Alpe di Succiso mi guardano le spalle.
Superato un fosso, il percorso si stringe inerpicandosi fra faggete e praterie fiorite. Il panorama spazia dal Monte Cusna fino al Passo del Cerreto.
Una sorgente riempie d’acqua il percorso nel bosco poi un breve tratto aperto regala ancora una bellissima visuale della rigogliosa valle del Fiume Secchia.
Arrivo al bivio fra i sentieri 667 e 667B e mi ritrovo dentro il territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Questa porzione di parco consiste in uno stretto corridoio che collega l’area dello spartiacque appenninico a quella della Pietra di Bismantova e dei Gessi Triassici. Da questo momento non ne uscirò praticamente più.
Proseguo lungo il sentiero 667 e mi ritrovo davanti il versante ovest del Monte Ventasso.
Ne inizio la risalita mentre scorgo le prime persone. Sto entrando nell’area più frequentata della zona.
In corrispondenza del bivio fra i sentieri 661 e 661B si aprono due possibilità per raggiungere la vetta sempre più vicina.
Il 661 segue la dorsale ovest lungo la massima pendenza. Io opto per il 661B che traversa comodamente fino a raggiungere la cresta sud-ovest che mantengo fino alla vetta (q. 1727 m.) dominata dalla grossa croce metallica.
Essendo una montagna piuttosto isolata, da qui si può godere di un bel panorama a 360° sulle alte valli dell’Enza e del Secchia. Più lontano appare il modenese Monte Cimone. Dietro il crinale principale dell’Appennino settentrionale spuntano alcune vette delle Alpi Apuane come il Sumbra, la Tambura e il Pisanino. Oggi la giornata è piuttosto grigia altrimenti si noterebbero all’orizzonte anche le Alpi.
Procedo in discesa verso nord-est lungo il tracciato 661. Alla mia sinistra il Lago Calamone e gli edifici di Ventasso Laghi. Sullo sfondo i Gessi Triassici e la Pietra di Bismantova.
Ad un primissimo tratto erboso segue la salitella all’anticima.
La cresta diviene rocciosa e via via più stretta, il sentiero ripido, sconnesso ed esposto.
Incrocio molte persone così mi fermo spesso per permettere il passaggio a ciascuno.
Aggirata una torre di arenaria, il Dente della Vecchia, scendo in picchiata fino al ripiano naturale su cui sorge il trecentesco oratorio di Santa Maria Maddalena (q. 1502 m.) sul cui retro è posto un piccolo bivacco.
Qui abbandono il tracciato indicato con i segnavia bianco-rossi per imboccare una traccia che procede verso nord, sentiero dismesso a causa di un’area franosa che l’ha reso un po’ impervio.
Con alcuni saliscendi arrivo al bivio con il sentiero 665 che seguo in direzione del Lago Calamone (sinistra).
Entro in un umido bosco che termina presso la ripida pietraia in cui il 18 Agosto 1990 è avvenuta la tragedia di “Charlie Alfa” in cui persero la vita 4 membri del 118 (Claudio Marchini, Annamaria Giorgio, Corrado Dondi e Angelo Maffei) che stavano accorrendo in elicottero a soccorrere un uomo ferito da un colpo di fucile.
La faggeta diviene meno rigogliosa e sono presenti alcuni esemplari secolari.
Un’ultima discesa lastricata ed eccomi al Lago Calamone (q. 1403 m.), bacino di origine glaciale oggi rialzato di un paio di metri dalla realizzazione di uno sbarramento.
C’è un chiassoso via vai di persone. Troppo comodo arrivare qui dal parcheggio di Ventasso Laghi. Però è il posto ideale per uno spuntino.
Il cielo è completamente velato e la luce non rende merito alla bellezza del luogo sovrastato dal Ventasso.
Riprendo il cammino utilizzando il sentiero 667A. Guadagno quota fra prati fioriti fino ad una bella conca.
Sulla sinistra, non lontano da un cippo in legno riportante il numero 13, una traccia nel bosco conduce al Lago Verde, una piccola e nascosta torbiera di origine glaciale immersa nella vegetazione.
Ritornato sul sentiero CAI, continuo a salire fra piacevoli prati circondati dagli alberi.
Raggiungo la sommità di un impianto sciistico, punto di incrocio fra i sentieri 667A e 667B.
Svoltando in salita su quest’ultimo si tornerebbe brevemente sul percorso dell’andata. Io continuo diritto in discesa ad attraversare due piste da sci.
Mi inoltro nel bosco e dopo l’ennesima radura la traccia si allarga perdendo quota veloce e fangosa, utilizzata anche da mezzi agricoli.
Presso la torbiera di Borra Scura raggiungo l’asfalto. Lo seguo a sinistra (segnavia 677) per circa 150 m. poi imbocco una mulattiera che un tempo era la Via Parmesana che collegava Parma con Fivizzano, in Lunigiana.
Raggiunta ancora la strada, ritorno velocemente al Rifugio Pratizzano.
DATI ITINERARIO:
- Escursione effettuata nel Maggio 2017
- Durata*: 4h40′
- Tempi progressivi*: Rifugio Pratizzano – bivio sentieri 667/667B (1h15′) – Monte Ventasso (1h45′) – Santa Maria Maddalena (2h15′) – Lago Calamone (3h00′) – bivio sentieri 667A/667B (3h50′) – Rifugio Pratizzano (4h40′)
- *I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco integrata, quando assente, da quanto da me impiegato.
- Dislivello: +700 m./ -700 m.
- Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
- Carta escursionistica: Alto Appennino Reggiano – n. 3 – 1:25000
- Accesso: Al Rifugio Pratizzano si può accedere sia da Ramiseto che da Collagna a seconda della provenienza. Da Reggio Emilia o La Spezia è meglio la seconda opzione.
- Trasporti pubblici: Autobus SETA fino a Ramiseto via Castelnovo ne’ Monti oppure Vallisnera via Castelnovo ne’ Monti – Collagna https://www.setaweb.it/
COMMENTI E NOTE:
- Lo ritengo l’anello più completo e panoramico per raggiungere la cima del Monte Ventasso.
- Il tratto compreso fra la sommità del Monte Ventasso e Santa Maria Maddalena è piuttosto ripido e richiede attenzione, passo sicuro e limitata paura del vuoto.
Anche la traccia fra l’oratorio di Santa Maria Maddalena e il sentiero 665 è riservata a persone dal passo sicuro. E’ possibile evitare quest’ultima seguendo i sentieri CAI 661, 661A e 665 aumentando un po’ durata (+1h circa) e dislivello del percorso (circa +150 m.). - Volendo semplificare e/o accorciare il percorso (difficoltà E), una volta arrivati sulla vetta del Monte Ventasso si può scendere direttamente al Lago Calamone con il sentiero 661.
- La sezione finale compresa fra il bivio dei sentieri 667A/667B e la località Borra Scura è la meno interessante di tutto il percorso, povera di panorami e piuttosto fangosa durante periodi umidi.
Chi preferisse evitarla, al bivio citato può svoltare lungo il sentiero 667B e raggiungere velocemente il percorso dell’andata in corrispondenza dell’incrocio fra i sentieri 667 e 667B. Questa soluzione comunque comporta quasi 100 m. di dislivello in più. - L’itinerario può essere seguito in entrambi i sensi. Nella direzione descritta la sezione più panoramica ed esposta agli agenti atmosferici viene percorsa nella prima parte ma, allo stesso tempo, il tratto più difficoltoso risulta in discesa. La scelta andrebbe quindi fatta considerando le condizioni meteorologiche e le abilità soggettive.
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