Al Rifugio Fabiani dalla Casera Pramosio per lo Zollner See
Lunga escursione in ambiente panoramico e selvaggio che, con partenza dal Rifugio Casera Pramosio, valica in Austria e, dopo avere toccato un paio di punti di appoggio (la Obere Bischof Alm e lo Zollnersee Hütte) e il bel Zollner See (Lago Zollner), ritorna in Italia per raggiungere il Rifugio Fabiani prima di chiudere l’anello rimanendo in territorio italiano.
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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE
SINTESI DESCRIZIONE:
Dal Rifugio Casera Pramosio si imbocca lo stradello in ghiaia per il Lago Avostanis (segnavia 402) per poi svoltare sul sentiero 448 con cui si sale al Passo Pramosio.
Si scende sul versante austriaco raggiungendo il sentiero 403, coincidente con la Karnischer Höhenweg (KHW).
Tagliato lo scosceso pendio del Monte Scarniz, con alcuni punti un poco esposti, utilizzando una strada forestale si aggira la dorsale nord della Cuesta Alta arrivando all’ampia conca erbosa in cui è posta l’Obere Bischof Alm.
Si sale ora ad un dolce altopiano punteggiato da torbiere, mirtilli, arbusti e radi alberi attraverso il quale, in ulteriori pochi minuti, si perviene allo Zollnersee Hütte (q. 1741 m.) punto di partenza dello Zollnersee Geotrail (Sentiero Geologico del Lago Zollner).
Sempre lungo il sentiero 403 si raggiunge il bel Zollner See, lago che ha iniziato da tempo la sua fase di interramento che lo porterà a diventare completamente una torbiera.
Seguendo lo Zollnersee Geotrail si arriva al Passo Pecol di Chiaula, posizionato sulla linea di confine statale, scendendo poi nel versante italiano (sentiero 454) fino al Rifugio Fabiani, valida opzione per spezzare la lunga escursione in due tappe.
Ripreso il cammino, imboccando il tracciato della Traversata Carnica (sentiero 448), si risale faticosamente alla panoramica Sella di Creta Rossa attraversando, di seguito, gli scoscesi prati del versante meridionale della Cuesta Alta.
Si continua prevalentemente in piano lungo il sentiero 448a che rimane alto sul Vallone del Rio Cercevesa prima di scendere ai ruderi dell’omonima casera.
Seguendo i segnavia triangolari della Traversata Carnica, si sale alla Sella Cercevesa per poi scendere al punto di partenza.
DESCRIZIONE COMPLETA:
E’ una giornata piuttosto uggiosa.
Risalendo in auto la stradina non asfaltata che in 7 km conduce alla Casera Pramosio, sono finito in mezzo alle nuvole e la visibilità è molto scarsa.
Nonostante tutto sono già numerosi i veicoli arrivati quassù. Alcune persone sono entrate nel Rifugio Casera Pramosio (q. 1521 m.) in attesa che il meteo migliori.
Indossati gli scarponi, inizio a percorrere lo stradello in ghiaia per il Lago Avostanis (segnavia 402) coincidente con un tratto del Sentiero Italia.
Sempre seguendo le indicazioni per il lago oltrepasso il Rifugio Morgante, struttura sempre aperta e non custodita priva di posti letto ma con semplice tavolato.
Circa 200 metri dopo aver superato un fosso, in corrispondenza di una panchina, svolto sul sentiero 448 con cui risalgo il pendio giungendo al Passo Pramosio (q. 1792 m.), sella al confine fra Italia e Austria.
Qui abbandono il sentiero 448, che procede verso la Cuesta Alta, e seguo il tracciato che scende in Austria tagliando il ripido pendio.
Raggiunto il sentiero 403, lo seguo in direzione dell’Obere Bischof Alm.
Sto percorrendo la Karnischer Höhenweg (KHW), la corrispondente austriaca della italiana Traversata Carnica.
Taglio lo scosceso versante nord-occidentale del Monte Scarniz. Alcuni punti sono un poco esposti.
Dall’altro lato della vallata del Rio Arsnitz, Cima Avostanis è avvolta nella nebbia.
Dopo una sezione con fondo piuttosto umido, arrivo al bivio con il sentiero 426.
Mantenendomi sul tracciato 403, procedo verso lo Zollnersee Hütte collegandomi presto ad una strada forestale che seguo in salita aggirando la dorsale nord della Cuesta Alta.
Una breve discesa mi conduce nella conca erbosa in cui è posta l’Obere Bischof Alm (q. 1573 m.).
Continuo salendo in direzione dello Zollnersee Hütte (segnavia 403), prima su campestre poi su di una traccia che risale a fianco di un impluvio.
Oltre un sassoso canalino si apre un dolce altopiano erboso punteggiato da mirtilli, arbusti e radi alberi e chiuso a sud da Punta Medatte/Kleiner Trieb e dalla Cuesta Alta/Hoher Trieb.
A quota 1789 metri, incontro i percorsi 421, diretto a Punta Medatte e alla Cuesta Alta, e 423 per il Passo Pecol di Chiaula. Mi trovo a fianco di una torbiera.
Intanto le nuvole si aprono e chiudono in pochi secondi ma, purtroppo, mi impediscono la bella visuale che avrei delle montagne circostanti.
Sempre lungo il sentiero 403 in pochi minuti arrivo allo Zollnersee Hütte (q. 1741 m.) punto di partenza dello Zollnersee Geotrail (Sentiero Geologico del Lago Zollner), interessante percorso di oltre 4 km che si sviluppa fra il lago e le zone umide circostanti.
E’ ormai finita la stagione e il gestore sta chiudendo la struttura fissando gli scuri in modo che non si aprano durante l’inverno.
Sfruttata la bella fontana per fare scorta d’acqua, mi riavvio sul solito sentiero 403 passando a fianco di un’altra torbiera.
Scollinato un dosso mi appare il lago Zollner (Zollner See) appena sfiorato dalle nuvole basse.
Durante l’ultima glaciazione tutta quest’area, fino a 2000 metri di quota, era ricoperta dal ghiaccio e solo le cime più alte come la Cuesta Alta e Punta Medatte emergevano.
Giunto sulla sponda del bel laghetto (q. 1767 m.) faccio una pausa attendendo che radi sprazzi di sole squarcino le fitte nubi per ammirare i bei riflessi che appaiono saltuariamente sull’acqua.
Anche questo bacino ha iniziato da tempo la sua fase di interramento che lo porterà a diventare completamente una torbiera.
Adesso potrei semplicemente ritornare sui miei passi fino all’incrocio con il sentiero 423 e seguirlo fino al Passo Pecol di Chiaula ma preferisco procedere lungo il Geotrail.
E’ un itinerario non sempre ben identificabile ma faccio riferimento sia ai pochi cartelli segnaletici che ai pannelli esplicativi. Così, partendo dal pannello n. 3 del percorso geologico, ritorno verso il rifugio per un centinaio di metri per poi risalire ripidamente verso sud il pendio di arenaria ricoperto da erba e bassi arbusti.
Dalla sommità calcarea della cupola si possono notare i tanti dossi inframezzati da umide praterie che caratterizzano la zona. E’ un’area ricca di fossili che riporta la mente indietro di milioni di anni.
Su traccia pressoché libera mi porto su di un altro dosso in cui è presente un altro pannello.
Inizialmente seguendo i cartelli gialli aggiro l’elevazione successiva avvistando, poi raggiungendo, il Passo Pecol di Chiaula (q. 1797 m.), ampia sella di confine presso la quale si può ancora trovare del filo spinato, residuo della Grande Guerra.
Valico in Italia e con il sentiero 454 inizio la discesa verso il Rifugio Fabiani mentre sul versante opposto già vedo la traccia con cui dovrò risalire più tardi.
In principio la pendenza è abbastanza lieve poi, lungo una dorsale, aumenta.
Un traverso fra conifere sparse mi conduce nella conca del Rio Valentin in cui, con un’ultima discesa, giungo al Rifugio Fabiani (q. 1539 m.). I posti per sedersi ai tavoli della piccola sala da pranzo sono occupati quasi completamente ma la gentilissima “padrona di casa” riesce a trovarmi uno spazio.
Dopo un pasto veloce, riprendo il cammino imboccando il tracciato della Traversata Carnica (sentiero 448) che risale la conca a fianco del piccolo corso d’acqua per poi tagliare il pendio fino a pervenire, faticosamente, alla Sella di Creta Rossa (q. 1770 m.) posta sulla dorsale sud-orientale della Cuesta Alta.
Ampio è il panorama verso est con il Monte Lodin e il Monte Zermula e a sud dove il Monte Paularo chiude l’adiacente Vallone del Rio Cercevesa.
Inizia ora il lungo attraversamento degli scoscesi prati del versante meridionale della Cuesta Alta. Purtroppo, la parte alta della montagna è ancora immersa nelle nubi.
La traccia è piuttosto esile, sovrastata da pareti rocciose.
Giunto al bivio con il sentiero 448a (q. 1860 m.), continuo su di esso abbandonando il tracciato 448 che sale, difficoltoso, verso la cima della Cuesta Alta.
Procedo lungamente quasi in piano. Il passaggio di qualche canalone richiede un po’ di attenzione, alcuni punti sono un po’ esposti.
L’ambiente è decisamente solitario. Si ode la presenza di alcuni cervi maschi in amore il cui richiamo si fa sempre più forte man mano che avanzo. Sono almeno cinque i maschi sparsi nella parte alta del vallone. Cerco di muovermi senza fare troppo rumore per evitare di disturbarli. Vedo alcune femmine di cui una piuttosto vicina.
Prevalentemente in discesa giungo alla testata del vallone e al bivio con il sentiero 407 presso i ruderi della Casera Cercevesa ad una quota di poco inferiore ai 1700 metri.
Non considero il percorso che scende verso la Casera Pecol di Chiausa Bassa ma, ancora seguendo i segnavia triangolari della Traversata Carnica, guadagno quota verso sud-est.
Con un ultimo traverso in direzione nord fra le rocce che scendono dalle Crete del Mezzodì pervengo alla Sella Cercevesa (q. 1870 m.) dove mi affaccio sull’alta valle del But e sulla Creta di Timau. Oggi vedo sì e no a 20 metri di distanza. Peccato!
Con diversi tornanti la mulattiera (segnavia 407 – 448a) perde quota verso la Casera Pramosio.
Facendo attenzione a seguire i segnavia bianco-rossi arrivo all’ex casermetta della Finanza da cui, per stradina in ghiaia, torno alla Casera Pramosio.
DATI ITINERARIO:
- Escursione effettuata nel Ottobre 2021
- Durata*: 7h00′
- Tempi progressivi*: Casera Pramosio – Passo Pramosio (40′) – Obere Bischof Alm (2h05′) – Zollnersee Hütte (2h45′) – Zollner See (3h15′) – Passo Pecol di Ciaula (3h45′) – Rifugio Fabiani (4h15′) – Sella Cercevesa (6h15′) – Casera Pramosio (7h00′)
*I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco integrata, quando assente, da quanto da me impiegato. - Dislivello: +1300 m./ -1300 m.
- Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
- Carta escursionistica: Tabacco n. 09 – Alpi Carniche-Carnia Centrale 1:25000
- Accesso: Dall’uscita Carnia dell’A23 Udine -Tarvisio procedere verso Tolmezzo poi seguire la direzione Austria fino a Cleulis dove si devia a destra per la Foresta di Pramosio e l’omonima casera.
- Trasporti pubblici: Autobus da Tolmezzo fino a Timau poi a piedi fino alla Casera Pramosio (700 m. di dislivello).(https://www.mycicero.it/tplfvg-go/TPWebPortal/)
COMMENTI E NOTE:
- Itinerario molto lungo e faticoso ma altrettanto interessante e vario fra praterie d’alta quota, profondi valloni, ripide pareti e torbiere in cui non mancano gli utili rifugi a fornire un gradito punto di appoggio o per spezzare in due tappe l’escursione.
- Seppure non siano presenti tratti tecnicamente difficili, alle lunghe sezioni semplici il percorso alterna segmenti che richiedono maggiore attenzione e con un po’ di esposizione. Non è da tralasciare il fatto di camminare in aree anche solitarie, specialmente la zona del Vallone del Rio Cercevesa su cui si cammina anche su stretto sentiero che traversa un ripido pendio erboso. E’ bene non iniziare il ritorno dal Rifugio Fabiani ad un orario troppo avanzato!
- Il Geotrail, seppur indicato da cartelli ma prevalentemente su traccia libera, necessita di un po’ di senso di orientamento. Chi ritenga di non possederlo dovrebbe raggiungere il Passo Pecol di Chiaula percorrendo a ritroso il tratto fra lo Zollner See, lo Zollnersee Hütte e il bivio con il sentiero 423 che si utilizza per arrivare al passo. Alternativa un po’ più lunga ma un poco meno faticosa.
Esiste anche una traccia intermedia, meno faticosa ma sempre non segnalata, fra le due alternative sopracitate. - Il senso di percorrenza è indifferente.
Altre escursioni pubblicate in zona:
- Creta di Timau da Timau
- Lago Avostanis dalla Casera Pramosio
- Pal Piccolo e Cuelat dal Passo di Monte Croce Carnico
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