Rifugio Elisa da Rongio
Lunga escursione ad anello nel territorio delle Grigne fra boschi e panoramiche vedute sui sentieri che da Rongio e Sonvico portano al Rifugio Elisa passando dall’Alpe d’Era e dalla Grotta dell’Acqua Bianca.
ATTENZIONE:
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PERCORSO BASE
PERCORSO PER ESPERTI
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Le tracce sono state disegnate manualmente e potrebbero presentare imperfezioni e/o inesattezze.
MAPPA DI LOCALIZZAZIONE
SINTESI DESCRIZIONE:
Da Rongio si segue il Sentiero del Viandante portandosi a Sonvico, sul versante opposto della Valle Meria.
Su mulattiera, con alle spalle il Lario, si sale alla quasi millenaria chiesa di Santa Maria sopra Olcio per poi proseguire, tagliando lo scosceso fianco della vallata con costante vista verso il Sasso Cavallo, fino all’Alpe di Era.
Sempre in salita si giunge a Gardata poi su di una sella (punto panoramico nelle vicinanze) in cui è posizionato un crocifisso.
Procedendo in discesa si arriva ad un bivio in cui è possibile scegliere fra il percorso più breve che, su mulattiera passando per la Baita dell’Aser, porta direttamente al Rifugio Elisa ed una variante per esperti che compie un giro un po’ più ampio e panoramico ai piedi delle verticali pareti del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari.
Per il rientro si torna al bivio precedentemente citato utilizzando il tracciato “base” per poi continuare sempre sull’ampia mulattiera che perde velocemente quota fino al fondo della vallata.
Al passaggio a fianco dell’enorme Grotta dell’Acqua Bianca (o Ferrera) segue la vista di alcune belle cascatelle.
Per comodo tracciato finale si ritorna al punto di partenza.
DESCRIZIONE COMPLETA:
Lascio l’auto presso il parcheggio a fianco del campetto da calcio di Rongio (q. 380 m. circa) e mi incammino salendo verso il centro della borgata passando presto vicino alla chiesetta di Sant’Antonio da Padova (XVII secolo).
Di fronte all’edificio religioso imbocco, in discesa, il Sentiero del Viandante, itinerario di circa 75 km che da Lecco conduce a Morbegno.
Seguendo le indicazioni scendo per una stradina asfaltata fino al parcheggio di un ristorante dove devio su ghiaia ed in seguito su di un sentiero che mi conduce sul fondo della Valle Meria.
Oltrepassato su di un ponticello il torrente, risalgo la ripida sponda opposta fino ad incontrare il Sentiero del Fiume (segnavia 15B) che seguo verso Somana.
Raggiunta la contrada di Sonvico, procedo in direzione di Era (segnavia 15) svoltando poi in un vicolo in salita (tabella “itinerario della memoria – Resistenza 2”).
Abbandonando il paese, alle mie spalle si vede il ramo lecchese del Lario sovrastato da alcune cime del “Triangolo Lariano” tra cui i Corni di Canzo e la sommità del Monte San Primo.
Mi mantengo sempre sulla mulattiera che un tempo coincideva con il principale collegamento fra Mandello e la Valsassina (segnavia 15 in direzione di Era) e oltrepasso il bivio con il sentiero 17B poi il tracciato per Olcio.
Il percorso ora coincide con la Via Crucis.
Presso la cappelletta dedicata a Santa Preda mi fermo a gustarmi la bella vista.
Continuo a guadagnare quota lungo la bella mulattiera fino a raggiungere la quasi millenaria chiesa di Santa Maria sopra Olcio (q. 661 m).
L’edificio si trova in un punto estremamente panoramico a dominare il solco della Valle Meria con vista sul lago e sul Monte San Primo e, dalla parte opposta, verso la Grignetta.
Non considero ancora una volta il sentiero 17B diretto allo Zucco di Tura e continuo lungo la mulattiera, ora meno ampia, che taglia il ripido versante.
Continuando sempre in direzione di Era, oltrepasso il bivio con il sentiero 17. Alcuni punti sono dotati di parapetto per evitare cadute nei tratti in cui il pendio è particolarmente scosceso. Costante è la vista su Sasso Cavallo e retrostante Sasso dei Carbonari.
Passata anche la deviazione con il Sentiero del Fiume (segnavia 15B) arrivo nello splendido angolo prativo che caratterizza l’Alpe d’Era punteggiata da baite (dette “caselli”) e dalla chiesetta di Sant’Antonio.
Prendo ora la direzione del Rifugio Bietti per abbandonarla in corrispondenza delle vicine Case d’Era dove seguo il sentiero 18A verso Gardata. Intanto un paio di camosci mi osservano sospettosi per poi scappare. Ne vedrò una trentina durante questa escursione.
Superato un altro fabbricato e il vicino impluvio che segna la Valle del Quadro, il tracciato si fa più stretto e faticoso.
Ad un incrocio il sentiero 18A risulta indicato in tre direzioni. Procedo in salita verso la Gardata (q. 1050 m.) che raggiungo velocemente. Il Sasso Cavallo domina anche quest’altro piacevole luogo vista Mandello che, durante la Seconda guerra mondiale, fu sede della brigata Cacciatori delle Grigne. Come altri rifugi partigiani fu dato alle fiamme nell’autunno 1944.
Sul retro del fabbricato, imbocco il poco visibile sentiero 20 verso il Rifugio Elisa.
La faticosa ascesa mi porta ad una sella in cui è posto un crocifisso. A poche decine di metri sulla destra, lungo la cresta, c’è un notevole punto panoramico. In primo piano, verso sud-ovest, l’aguzzo Zucco Pissavacca. Dall’altra parte del lago, il Monte San Primo, massima elevazione del Triangolo Lariano, alla cui destra si nota il Monte Generoso. Dietro di esso si può intravedere la sagoma del Monte Rosa.
Dal crocifisso seguo in discesa, sul versante opposto, la leggera traccia con radi segnavia che mi porta al bivio con il sentiero 16.
(in questo punto si separano il Percorso Escursionistico e la Variante per Esperti. Le relative descrizioni tornano ad unificarsi più avanti)
PERCORSO BASE
Continuo verso il Rifugio Elisa raggiungendo in brevissimo tempo l’incrocio con la storica mulattiera che proviene da Rongio (tracciato 14) e che seguo in salita.
In pochi minuti mi trovo alla Baita dell’Aser (q. 1340 m.) da cui si ha una bella vista sulla Grignetta.
Continuo attraverso ripidi boschi e prati.
Supero una deviazione per il Casel dela Spaula e con un più faticoso tratto finale giungo al Rifugio Elisa (q. 1515 m.).
L’edificio è stato costruito nel 1927 su terreno donato dal mandellese Evangelista Ferrario la cui figlia si chiamava, appunto, Elisa.
Il rifugio fu incendiato il 1° novembre 1944 e ricostruito 5 anni più tardi.
Nel prato sottostante pascola tranquillo un branco di una quindicina di camosci.
Per il rientro torno sui miei passi fino alla Baita dell’Aser e al vicino incrocio con il sentiero 20 (continua dopo la descrizione della Variante per Esperti).
VARIANTE PER ESPERTI
Al bivio fra i sentieri 16 e 20 imbocco il primo e, con in faccia il Sasso Cavallo, guadagno faticosamente quota all’interno di un pietroso impluvio che si fa via via più ristretto.
Poco prima di grossi massi una freccia gialla mi indica, a sinistra, l’uscita dal canale. Ad un iniziale tratto di sentiero molto ripido segue uno stretto traverso che richiede attenzione.
Ritrovato il canale lo abbandono quasi subito svoltando a destra su di una traccia (bolli azzurri del Trail Grigne Sud – TGS) che mi conduce più comodamente, attraverso il bosco, ad un incrocio. Anche in questo caso le tabelle del percorso 16 indicano tre direzioni. Io procedo verso il Rifugio Elisa entrando presto in una inclinata zona prativa di notevole fascino sovrastata dal Sasso Cavallo. Verso ovest emerge la grande mole del Monte Rosa affiancata da molte cime delle Alpi Pennine.
Procedo in saliscendi tra splendide vedute su creste e torrioni circostanti. Sopra domina la parete meridionale del Sasso dei Carbonari.
Oltrepasso il bivio con il sentiero 16A (Via dei Chignoli) diretto al Rifugio Brioschi e alcuni canali con brevi tratti esposti pervenendo al Casel dela Spaula (q. 1570 m. circa).
Appena lasciata la baita devo affrontare, facilitato da una catena, un salto roccioso.
Un ultimo traverso mi porta al Rifugio Elisa (q. 1515 m.) dove mi concedo un meritato riposo godendomi l’affascinante visuale e il grosso branco di camosci che ha invaso il sottostante prato.
L’edificio è stato costruito nel 1927 su terreno donato dal mandellese Evangelista Ferrario la cui figlia si chiamava, appunto, Elisa.
Il rifugio fu incendiato il 1° novembre 1944 e ricostruito 5 anni più tardi.
Riprendo il cammino scendendo utilizzando il sentiero 14 diretto a Rongio.
Alternando tratti nel bosco ad altri in spazi aperti, compio un lungo traverso superando una traccia che conduce al Casel dela Spaula.
Non mancano le belle viste sulla valle e verso la Grignetta.
Raggiungo la Baita dell’Aser (q. 1340 m.), posizionata in un luogo piuttosto panoramico, poi il bivio con il sentiero 20, a pochissima distanza dal tracciato dell’andata.
(qui riprende la descrizione congiunta fra percorso base e la Variante EE)
Continuo verso Rongio (segnavia 14) passando il bivio con il sentiero 16 e quello diretto ad una vicina sorgente.
Inizia ora una lunghissima sezione di mulattiera in cui perdo quota fra tratti serpeggianti ed altri maggiormente rettilinei.
Ogni tanto mi fermo a guardare il paesaggio circostante. Sulla cresta occidentale della Grignetta si vede la sagoma del Rifugio Rosetta.
Sfilato anche il bivio con il Sentiero del Giacum che porta alla Gardata, un’altra serie di tornanti mi conduce sul fondo della Valle Meria (sorgente).
Continuo parallelamente al torrente tralasciando anche una deviazione per Versarigo.
Giungo così all’enorme Grotta dell’Acqua Bianca (o Ferrera, q. 540 m.). Si tratta di un unico ambiente di circa 175 x 40 metri. A fianco dell’ingresso si trova un’altra sorgente e l’inizio del sentiero 18 che sale alla Gardata.
Proseguo sempre in discesa nel bosco lungo l’ampia mulattiera affiancato da alte pareti rocciose con il torrente che rumoreggia.
Giunto ormai presso il Ponte di Ferro (q. 487 m.), una deviazione a sinistra conduce ad alcune belle cascatelle. Un’altra, piuttosto alta, si trova giusto sotto al ponte.
Il tracciato è ora più largo e pianeggiante.
Oltrepasso un altro ponte e, presso Casa Sassina, l’ennesima fonte. In alto, sull’altro versante della valle, spunta la chiesa di Santa Maria visitata durante l’ascesa. Comodamente ritorno a Rongio e al punto di partenza.
DATI ITINERARIO:
- Escursione effettuata nel Gennaio 2022
- Durata*: 6h50′ (Percorso Base) / 7h10′ (Percorso con Variante per Esperti)
- Tempi progressivi*: PERCORSO BASE Rongio – Sonvico (25′) – Alpe di Era (1h50′) – La Gardata (2h40′) – Bivio sentieri 16/20 (3h30′) – Rifugio Elisa (4h10′) – Bivio sentieri 14/20 (4h40′) – Grotta dell’Acqua Bianca (6h00′) – Rongio (6h50′).
PERCORSO CON VARIANTE PER ESPERTI Rongio – Sonvico (25′) – Alpe di Era (1h50′) – La Gardata (2h40′) – Bivio sentieri 16/20 (3h30′) – Rifugio Elisa (4h30′) – Bivio sentieri 14/20 (5h00′) – Grotta dell’Acqua Bianca (6h20′) – Rongio (7h10′). - *I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto da me impiegato.
- Dislivello: + 1450 m./ – 1450 m. (Percorso Base) / + 1550 m./ – 1550 m. (Percorso con Variante per Esperti)
- Difficoltà: E (Escursionistica); EE (Escursionisti Esperti) la Variante
- Carta escursionistica: Geo4Map n. 301 Grigne-Resegone – 1:25.000
- Accesso: Da Lecco procedere sulla S.S. 36 in direzione Sondrio e uscire ad Abbadia Lariana proseguendo fino a Mandello al Lario da dove si sale a Rongio.
- Trasporti pubblici: Da Lecco autobus Lecco Trasporti via Mandello al Lario (linea D20) (https://www.leccotrasporti.it/).
COMMENTI E NOTE:
- Percorso alternativo per raggiungere il Rifugio Elisa da Rongio compiendo un anello al posto del più classico andata/ritorno per la mulattiera che passa dalla Grotta dell’Acqua Bianca.
Lunghi tratti sono nel bosco ma sono numerosi anche i punti panoramici sia verso il Lario che, soprattutto, su Grignetta e Sasso Cavallo. - Il tracciato di andata è vario e attraversa aree piuttosto selvagge utilizzando solo parzialmente le storiche mulattiere della zona a differenza del ritorno che avviene completamente in ampio percorso, talvolta un po’ noioso.
- Il percorso base non presenta particolari difficoltà tecniche ma è necessario essere in possesso di notevole allenamento per superare il dislivello esistente. La variante è riservata a persone dal passo sicuro e prive di particolari problemi di vertigini in quanto presenta alcuni tratti esposti non protetti e il superamento di un salto roccioso alto alcuni metri facilitato dalla presenza di una catena.
- L’itinerario può essere seguito in entrambi i sensi anche se, personalmente, lo preferisco come descritto affrontando la salita lungo il tracciato più vario.
- E’ possibile spezzare in due giornate l’anello pernottando al Rifugio Elisa come ridurre l’escursione evitando di raggiungere il rifugio scendendo dalla Gardata, con il sentiero 18, alla Grotta dell’Acqua Bianca oppure porsi come meta la Baita dell’Aser.
Alternativa per accorciare l’escursione al Rifugio Elisa, seppure meno interessante, è quella di salire direttamente da Rongio alla Grotta dell’Acqua Bianca (stesso percorso del ritorno) da cui si raggiunge la Gardata (sentiero 18) continuando sul tracciato descritto.
Altre escursioni pubblicate in zona:
- Sentiero del Viandante: da Mandello del Lario a Lierna
- Sentiero del Viandante: da Lierna a Varenna (Variante Bassa)
- Sentiero del Viandante: da Lierna a Varenna (Variante Alta)
- Sentiero del Viandante: da Varenna a Bellano
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