Casanova dell’Alpe dal Molino delle Cortine
Escursione ad anello fra boschi, antichi tracciati e dorsali panoramiche a collegare il Molino delle Cortine a Casanova dell’Alpe.
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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE
SINTESI DESCRIZIONE:
Partenza dal Molino delle Cortine da cui si segue il tracciato 211 per circa 1 km. In corrispondenza del fabbricato delle Cortine si svolta su di un’altra mulattiera che, guadato il Fosso del Trogo, risale lungamente e faticosamente una dorsale fra fitta vegetazione e punti panoramici.
Con un tratto meno impegnativo si raggiunge un grosso incrocio presso gli edifici di Siepe dell’Orso.
Su comodo percorso si perviene alla località “Il Paretaio” e, con la strada principale (in ghiaia), a Casanova dell’Alpe.
Si inizia ora il ritorno, scendendo per mezzo del tracciato 211 toccando i ruderi della località “Le Fiurle”.
Entrati nel bosco, si supera la Fonte della Spungazza per poi compiere un lungo traverso fino alle rovine de “Il Trogo”.
Ripreso a scendere, si taglia il ripido versante, a tratti dirupato, arrivando alle Cortine da dove, utilizzando il percorso dell’andata, si ritorna al punto di partenza.
DESCRIZIONE COMPLETA:
Partenza dall’ampio spiazzo davanti al Molino delle Cortine (q. 485 m. circa), un bel complesso di edifici posto sulle sponde del Fiume Bidente di Pietrapazza di cui si è documentata l’esistenza almeno dal ‘500.
Sono appena all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Mi incammino lungo la mulattiera per Casanova dell’Alpe (segnavia 211) e raggiunta, dopo circa 1 km, la palizzata in legno del fabbricato delle Cortine (q. 547 m.) abbandono il largo tracciato marcato con i segnavia bianco-rossi per seguire un’altra mulattiera, contrassegnata con bolli rossi, che aggira la parte inferiore del cortile della località.
Con un ripida traccia scendo fino al Fosso del Trogo che guado fra la fitta vegetazione per poi risalire il pendio opposto facendo molta attenzione alla presenza dei bolli rossi, in alcuni punti, piuttosto radi.
Inizialmente guadagno quota lungo il sentiero, non sempre evidente, mantenendomi sul versante del piccolo corso d’acqua appena attraversato.
Tutto ad un tratto la traccia coi bolli rossi svolta nettamente sulla sinistra (cippo di confine pochi metri sopra la deviazione) e la seguo traversando il pendio.
Giunto sulla sommità della dorsale, ne compio l’ascesa a tratti molto faticosa. In alcuni punti il bosco lascia posto a panoramici e aridi spazi argillosi.
Bolli rossi, rade frecce, qualche ometto di pietra e saltuari cippi di confine indicano la via che, comunque, non si discosta mai molti metri dalla cresta.
La visuale si fa via via più estesa su boschi e vallate di quest’angolo di Parco Nazionale e verso la pianura.
Ho ormai superato gli 850 metri di quota quando il pendio si fa meno erto.
Arrivo sull’impercettibile Monte Roncacci (q. 915 m.) per poi procedere con qualche saliscendi, sempre lungo la cresta, fra latifoglie, conifere e spazi aperti.
Incrocio anche un gruppetto di ragazzi e ragazze che camminano in direzione opposta ammirando il panorama.
Toccati i 1000 metri di quota, scendo fra i prati che sovrastano i due edifici di Siepe dell’Orso con il fumo che esce da un comignolo.
Al limitrofo incrocio (q. 976 m.) abbandono la traccia che prosegue sulla cresta (segnavia 207) per deviare verso nord-ovest (destra) su comodo stradello in ghiaia fino ad un cancello e all’intersezione, in località “Il Paretaio” (q. 944 m.) con la strada principale proveniente da Casanova dell’Alpe.
Procedo sulla bella strada in ghiaia (segnavia 221) e, dopo circa 2.5 km, arrivo al piccolo centro abitato (q. 972 m.) in cui si trova la chiesetta di Santa Maria del Carmine edificata nel 1685.
Prima della chiesa, svolto a destra in discesa su mulattiera verso il Ponte del Faggio (segnavia 211).
Oltrepasso i ruderi della località “Le Fiurle”.
Il ripido tracciato mostra ancora la pavimentazione originale in sasso.
Entro nel bosco superando la Fonte della Spungazza (q. 650 m.) per poi compiere un lungo traverso fino alle rovine de “Il Trogo” (q. 638 m.).
Riprendo a scendere tagliando il ripido versante, a tratti dirupato, fino alle Cortine dove mi ricongiungo al percorso dell’andata con cui ritorno al Molino delle Cortine.
DATI ITINERARIO:
- Escursione effettuata nell’Ottobre 2021
- Durata*: 4h20′
- Tempi progressivi*: Molino delle Cortine – Paretaio (2h30′) – Casanova dell’Alpe (3h00′) – Molino delle Cortine (4h20′)
- *I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco integrata, quando assente, da quanto da me impiegato.
- Dislivello: +550 m./ -550 m.
- Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)
- Carta escursionistica: Selca – Carta escursionistica Parco Nazionale Foreste Casentinesi – 1:25000; Istituto Geografico Adriatico – n. 19 Bagno di Romagna – 1:25000 o n. 20 Foreste Casentinesi – 1:25000;
- Accesso: Da Forlì seguire per Meldola poi Santa Sofia da dove si procede in direzione di Bagno di Romagna e, dopo pochi km, svoltare a destra per Poggio alla Lastra che si supera e, proseguendo su strada non asfaltata in direzione di Pietrapazza, si raggiunge la breve deviazione per il Molino delle Cortine.
- Trasporti pubblici: Da Forlì autobus StartRomagna per Santa Sofia e Bagno di Romagna (Linea 131) con fermata a Buscarelle per poi procedere a piedi per molti km (https://www.startromagna.it/servizi/orari-e-percorsi/)
COMMENTI E NOTE:
- Percorso che, nonostante si svolga in gran parte fra i boschi, regala belle vedute su monti e valli circostanti, oltre a edifici storici come la chiesetta di Casanova dell’Alpe e il Molino delle Cortine.
- Particolarmente affascinante durante la stagione autunnale per i variopinti colori delle foglie degli alberi.
- Il tracciato è riservato agli esperti e richiede attenzione soprattutto per i problemi di orientamento che possono sopravvenire durante la percorrenza del sentiero, contrassegnato da non sempre evidenti bolli rossi e raramente frequentato, che collega Cortine a Siepe dell’Orso.
- Alcuni tratti in salita sono particolarmente ripidi
- Il senso di percorrenza è indifferente e non c’è modo di ridurre il percorso volendo effettuare un anello.
- E’ possibile accorciare e semplificare l’itinerario utilizzando, andata e ritorno, il sentiero 211.
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