Monte Cusna da Rescadore per il Passone

Monte Cusna da Rescadore per il Passone

Escursione al Monte Cusna con partenza da Rescadore e salita al Passone percorrendo poi la lunga e panoramica dorsale sud-est.
Una delle tante possibilità per raggiungere questa importante vetta del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano

Monte Cusna
Il Monte Cusna

La traccia è stata disegnata manualmente e potrebbe presentare imperfezioni e/o inesattezze.

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MAPPA DI LOCALIZZAZIONE


SINTESI DESCRIZIONE:

Da Rescadore si segue l’omonima via asfaltata per poi imboccare il tracciato 615 che sale nel bosco.
Usciti dalla vegetazione si guadagna quota fino a raggiungere il Passone, ampia sella posizionata nella lunga dorsale sud-orientale del Monte Cusna.
Si percorre tutta la dorsale (segnavia 607) giungendo sotto la punta sommitale che, per evitare la via diretta riservata agli esperti, viene aggirata a settentrione (segnavia 607A) per poi salire da nord.

Per il ritorno si torna un poco sui propri passi per poi seguire il sentiero 617 che entra in un erboso vallone punteggiato da qualche masso sparso.
Rientrati nel bosco, senza arrivare alla Peschiera Zamboni, si devia sul tracciato 609 tornando a Rescadore.


DESCRIZIONE COMPLETA:

Rescadore (q. 1150 m. circa), stazione a valle di impianti sciistici il cui grande parcheggio è la nostra base di partenza.
Svoltiamo subito in salita lungo l’asfaltata via Rescadore che seguiamo per alcune centinaia di metri fino ad imboccare a destra una larga mulattiera (segnavia 615) diretta al Passone e al Rifugio Battisti.

Saliamo immersi nella faggeta fino a raggiungere nuovamente la strada in località Pian Vallese (q. 1289 m.).

sentiero 615 Rescadore Passone
Lungo il sentiero 615

Quasi subito deviamo nuovamente nel bosco seguendo i segnavia bianco-rossi.

Non consideriamo il sentiero 617A diretto alla Seggiovia Febbio 1000 e continuiamo a guadagnare quota portandoci vicino al Fosso delle Tie.
Il sentiero si fa più stretto.
Attraversiamo il fosso presso una sorgente mentre il bosco è ormai al termine.
Usciti in campo aperto si apre un bell’anfiteatro.
Il Passone è lassù davanti a noi ma ancora lontano.

Una traccia (segnavia 615A) devia verso sud-est a raggiungere il Bivacco Vallestrina, sovrastato dall’omonima Alpe, cima ben visibile da questo incrocio.

sentiero 615 Passone Alpe Vallestrina
Il bivio per il Bivacco Vallestrina

Noi continuiamo sul sentiero 615, molto piacevole in questo tratto di prateria.
Sullo sfondo il Passone.

Sentiero 615 Passone
Salendo verso il Passone

Salendo si apre la vista anche sul medio Appennino reggiano e modenese. In primo piano la sagoma del Monte Penna mentre lontani il Monte Valestra e il castello di Carpineti. Oltre la valle del Dolo si erge invece il Monte Modino.
Un po’ più su spuntano i monti Prampa e Cisa e il dirupato versante sud del Monte Torricella esempio di flysch, regolare alternanza di strati calcarei e marnosi.

Monte Cisa Prampa salendo al Passone
Vista verso i monti Cisa, Prampa e Torricella

Abbandoniamo il centro del vallone per tagliare il pendio molto ripido in questo tratto.

Eccoci al Passone (q. 1857 m.), crocevia di numerosi sentieri e finestra sulla valle del Dolo e su quella dell’Ozola. Di fronte il Monte Prado (q. 2054 m.), posto lungo lo spartiacque appenninico e cima più alta della Toscana.
In ricordo di Katia Ferrari, qui deceduta tragicamente alla fine del 1978 a soli 24 anni, è presente una croce dei venti orientata secondo i punti cardinali e forata in modo da cantare quando soffia il vento.

Passone Monte Cusna
Il Passone

Riprendiamo il cammino salendo con il sentiero 607 lungo la dorsale sud-est del Monte Cusna mentre il panorama si estende fino alle Alpi Apuane, il mare e numerose cime dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Monte Prado Alpi Apuane
Le Alpi Apuane (a destra) dietro al Monte Prado (a sinistra)
Pietra di Bismantova
La Pietra di Bismantova emerge fra i monti Cisa e Prampa

Il percorso continua privo di difficoltà lungo la dorsale.
Raggiunta la piccola elevazione del Monte La Piella (q. 2077 m.) proseguiamo con leggeri saliscendi in direzione della piramide sommitale del Monte Cusna.

Superiamo la stazione di arrivo della seggiovia e il roccioso Sasso del Morto (q. 2075 m.).

Monte Cusna Sasso del Morto
Il Sasso del Morto e, sullo sfondo, il Monte Cusna

Continuiamo sempre sull’ampia cresta mentre una marmotta ci tiene sotto controllo da lontano.
Questa dorsale è molto lunga e impieghiamo abbastanza tempo per percorrerla ma è assolutamente piacevole e panoramica. Solo le tante nuvole rendono un po’ scuro il paesaggio intorno.

Marmotta Monte Cusna
Una marmotta lungo il crinale

Un branco di cavalli si è radunato presso una pozza d’acqua. Ce ne sono anche di molto giovani, sdraiati nel prato.

Una breve discesa ghiaiosa ci porta ai piedi della cuspide del Cusna.
Qui si presentano due opzioni: la via diretta (segnavia 607) che sale fra le roccette e richiede per alcuni tratti l’uso delle mani oppure un più lungo e semplice sentiero che aggira a nord il pendio della montagna.
Optiamo per quest’ultimo (segnavia 607A) tagliando così il ripido versante orientale e perdendo un po’ quota.

Monte Cusna
Lungo il fianco del Monte Cusna

Raggiungiamo così il bivio con i sentieri 617 e 619. In questo punto ritorneremo anche più tardi.

Seguendo in salita la traccia, superiamo il bivio del percorso 625-627 ed eccoci al ripiano sommitale e alla croce posta sulla vetta del Monte Cusna (q. 2120 m.), seconda elevazione dell’Appennino settentrionale dopo il Monte Cimone, visibile in lontananza. Estesissima la visuale verso la Pianura Padana e, nelle giornate limpide, verso l’arco alpino.

Monte Cusna vetta
Sulla vetta del Monte Cusna col Monte Cimone sullo sfondo

Come spesso accade c’è molto vento così, dopo aver ammirato il bel panorama, riprendiamo il percorso dell’andata fino al bivio con il sentiero 617 che seguiamo.

Scendiamo nell’erboso vallone punteggiato da qualche masso sparso.
In un tratto in leggera pendenza troviamo riparo dal vento e ci fermiamo a mangiare.

Monte Cusna sentiero 617
Scendendo per il tracciato 617

Ripreso il cammino, iniziamo a percorrere un tratto piuttosto ripido e sconnesso e ci portiamo al limitare del bosco.

Proseguiamo lungo il sentiero fra pietre ed erba attorniati dai faggi.
Al bivio con il sentiero 617A ci manteniamo sul tracciato 617 che scende nel bosco verso la Peschiera Zamboni.

In alcuni punti la vegetazione lascia spazio a piccoli e argillosi spazi aperti.
Continuiamo avvolti dal giallo dei maggiociondoli in fiore.

Maggiociondoli
Fioritura di maggiociondoli

All’incrocio con il sentiero 609 lo seguiamo in direzione di Rescadore.

Sempre nel bosco con qualche saliscendi percorriamo la vecchia mulattiera fino a superare su di un ponticello il Fosso degli Arati poi raggiungiamo e attraversiamo le piste da sci di Rescadore e in pochi minuti siamo nuovamente al parcheggio.

DATI ITINERARIO:

  • Escursione effettuata nel Giugno 2020
  • Durata*: 5h50′
  • Tempi progressivi*: Rescadore – Passone (1h50′) – Bivio sentieri 607/607A (3h15′) – Monte Cusna (3h45′) – Bivio sentieri 609/617 (5h30′) – Rescadore (5h50′)
  • *I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco integrata, quando assente, da quanto da me impiegato.
  • Dislivello: +1050 m./ -1050 m.
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Carta escursionistica: Alto Appennino Reggiano – n. 3 – 1:25000
  • Accesso: Da Reggio Emilia seguire per Castelnovo ne’ Monti e appena superata Felina deviare a destra verso Sassuolo e dopo Gatta svoltare a destra per Villa Minozzo e procedere in direzione Febbio fino agli impianti.
    Da Modena passare da Sassuolo poi seguire per il Passo delle Radici fino a Ponte Secchia dove si devia verso Castelnovo ne’ Monti e, superata la zona industriale di Fora di Cavola, si devia a sinistra per Villa Minozzo da cui si procede in direzione Febbio fino agli impianti.
  • Trasporti pubblici: Da Reggio Emilia Autobus SETA fino a Rescadore via Castelnovo ne’ Monti (Linea 44) e Villa Minozzo (Linea 54 poi Linea 39) (https://www.setaweb.it/re/linee#re2).

COMMENTI E NOTE:

  • Una delle numerose alternative per salire sulla vetta del Monte Cusna, la più elevata del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Non la più semplice e breve ma nemmeno la più difficoltosa.
    La dorsale sud-est della montagna offre un bel panorama che dalla vetta si amplia ancor di più.
    Anche i valloni di salita e discesa sono assolutamente piacevoli anche se, in parte, piuttosto erti.
    La parte inferiore del percorso è quasi completamente nel bosco.
  • Il percorso non presenta difficoltà particolari ma è necessario un buon grado di allenamento e capacità a muoversi su sentieri montani anche ripidi.
  • Si può aumentare la difficoltà (Escursionisti Esperti) percorrendo completamente il sentiero 607 con la salita alla cima del Cusna con percorso in parte esposto e superamento di roccette che richiedono l’uso delle mani.
  • E’ possibile percorrere l’itinerario anche in senso inverso giungendo prima alla vetta e camminando in un secondo tempo per la lunga dorsale anche se, ritengo, sia preferibile mantenere la direzione descritta.
  • Il percorso non si può ridurre se non utilizzando, se aperta, la seggiovia che da Rescadore sale a Febbio 2000.
  • E’ possibile rifornirsi d’acqua con sorgente lungo la salita verso il Passone.

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